Dalla costa Caraibica al Rio delle Amazzoni, passando per città coloniali, piantagioni di caffè, parchi naturali, spiagge cristalline, cultura e murales. La Colombia ha tutto, soprattutto un'anima.
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Un mese in Colombia: una guida (con tante foto)

Dalla costa Caraibica al Rio delle Amazzoni, passando per città coloniali, piantagioni di caffè, parchi naturali, spiagge cristalline, cultura e murales. La Colombia ha tutto, soprattutto un'anima.

Selvaggia Lucarelli
giu 1
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Siamo ripartiti dalla Colombia stremati, dopo un mese di viaggio. Abbiamo persino anticipato il volo di ritorno di un paio di giorni, cosa mai successa nella nostra vita. Arrivati a Medellin, il frastuono della Festa dei Fiori non ci ha fatto dormire per notti intere, le strade che portano alla regione del caffè erano tutte un lavoro in corso e una fila snervante, a Cartagena c’era un caldo (appunto) tropicale, i trekking all’interno del parco del Tayrona ci hanno tagliato le gambe, e la foresta amazzonica ci ha sopraffatti, inferendoci il colpo finale. Quello in Colombia è stato sicuramente il viaggio più faticoso della nostra vita.

Eppure è stato anche uno dei più belli. La Colombia è un paese enorme, vasto come Italia, Francia e Germania messe insieme, e la fatica è figlia di questa dimensione, e della quantità di bellezze che ne deriva. Le grandi città, Medellin e Bogotà, sono vive, e se da una parte conservano i segni di un passato doloroso, dall’altra stanno trasformando queste cicatrici in arte. Cartagena è un sogno coloniale, sembra di vivere in un parco a tema ambientato nel 1600, ma senza conquistadores e con un sacco di colori in più. La natura al Parco del Tayrona è un disegno di spiagge bianche che spuntano all’improvviso tra le rocce e la foresta, la regione del caffè è una trapunta di paesini colorati, valli piene di palme altissime e fitte piantagioni di caffè è cacao, tra i migliori del mondo. E poi, vabbè, c’è il Rio delle Amazzoni.

Capirete, dunque, che concentrare tutto questo in un mese non è proprio una passeggiata, anche perchè in questo elenco manca tutto ciò che non abbiamo visto: il deserto del Tatacoa, il parco de Los Nevados, l’isola diSan Andres, Cali, le spiagge sul pacifico, la cintura di città coloniali a nord di Bogotà, e quelle che si affacciano sugli specchi d’acqua a sud di Cartagena, come Santa Cruz de Mompox che forse è l’originale Macondo. Ma la Colombia ti chiede anche una pausa, una tazza di caffè, il più buono del mondo, senza fretta di alzarti dal tavolo, l’esperienza di una caleidoscopica gastronomia tradizionale, un pomeriggio di shopping nei negozi di giovani stilisti pieni di idee. E di colori, che poi è forse quello che davvero ci è rimasto dentro della Colombia: colore senza soluzione di continuità.


COSA FARE (o meglio, cosa abbiamo fatto)

-Medellin

La nostra esperienza a Medellìn è stata influenzata, nel bene e nel male, dalla Feria de Las Flores, la festa più importante della città. Dedicata ai fiori, che le haciendas delle campagne circostanti producono in quantità esorbitanti, dura una settimana e culmina nella sfilata dei silleteros, i ‘portatori di fiori’. Centinaia di persone, da tutti i paesi circostanti, che sfilano lungo l’arteria principale della città portando sulle spalle delle enormi corone di fiori fissate su ‘cavalletti’ di legno. Carri, musica, birra fredda, è uno spettacolo meraviglioso ma faticoso. Noi abbiamo trovato dei buoni posti raggiungendo con un’ora di anticipo rispetto all’orario di inizio uno dei ponti sull’Avenida Regional. Lì passano venditori di gelati, di birre e soprattutto di sgabelli (davvero) che permettono di vedere bene anche in seconda fila. Portate i contanti.

Festa a parte, a Medellìn ci sono...

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